Verona e provincia – Dati vendita case ’22
Il 6 giugno 2023 l’Agenzia delle Entrate ha reso noto i dati regionali relativi alle compravendite residenziali effettuate nel Veneto nel corso del 2022 elaborati dalla Direzione Centrale Servizi Estimativi e dall’Osservatorio Mercato Immobiliare.
Prima di entrare nel merito dell’andamento del mercato provinciale veronese, ricordo che Verona città e provincia hanno rappresentano, come accaduto nel 2021 e 2020, la seconda realtà veneta per numero di operazioni complessive, dietro a Venezia, con una quota complessiva del 19,9% rispetto al 20.7% del nostro capoluogo di regione. Terza rimane sempre Padova con il 18,6%.
Verona e provincia – dati vendita case ’22
Il nostro mercato regionale l’anno passato ha rappresentato l’ 8,92%, del intero mercato immobiliare italiano, per numero complessivo di compravendite.
Analizzando nel dettaglio la performance della provincia di Verona registrata nel 2022, vi è stata una crescita complessiva del +1,6% pari a 14.023 operazioni nell’intera area veronese, mentre vi è stato un aumento del +4% ovvero 3.936 compravendite complessive relativamente a Verona capoluogo, dato quest’ultimo leggermente peggiore rispetto al dato medio nazionale pari al +4,7%.
All’interno della microzona cittadina, il primato di operazioni registrate nel 2022 è appannaggio dai quartieri di S.Croce, B.go Trieste, Porto S.Pancrazio, S.Michele e Molini o zona OMI D2, con 427 compravendite.Il peggiore è stato il Territorio Rurale ad Est, a scarsa densità edilizia o zona R1, con 9 operazioni. Importante, il forte aumento di compravendite registrate nella zona identificata dai quartieri di S.Zeno, Porta Palio, Valverde, Cittadella, Porta Nuova (dentro mura) o zona OMI B7, balzata ad un +47% rispetto al 2021. Il decremento più marcato si è registrato nella zona B.go Roma, Tomba, Tombetta, Cristo Lavoratore, Primo Maggio, Palazzina con un -31,7% rispetto al valore del 2021. A livello di quotazioni immobiliari medie, nel 2022 la città di Verona ha registrato un incremento del +1,9% rispetto all’anno precedente con 1.810 €/mq. Nei quartieri del capoluogo, relativamente alle quotazioni, è la zona OMI B2 corrispondente a Centro Storico, S.Stefano, S.Maria Rocca Maggiore, l.ge Porta Vittoria a farla da padrone con un valore medio di 3.683 €/mq.
In provincia, la macro area dove si sono registrate il maggior numero di operazioni nel 2022, dietro il capoluogo, è stata ancora una volta la zona del Basso Veronese con una quota del 20,3% corrispondente a 2.853 compravendite. E’ considerevole l’ennesima crescita di compravendite rilevata in Lessinia, pari al +21,9% sul dato del 2021. Tale tendenza è iniziata nel 2019 con un +38,4% rispetto al 2018 poi costantemente proseguita negli ultimi quattro anni, con incrementi percentuali consistenti. E’ curioso riscontrare dalle Pubblicazioni OMI Statistiche Regionali evidenziate e che potete consultare, come l’altro versante montano della nostra provincia, ovvero quello denominato Baldo – Valdadige non riscuota lo stesso interesse della Lessinia.
Tornando alle quotazioni medie, la più bassa è stata registrata nella macro area della Lessinia con 930 €/mq in rialzo del +4,6% rispetto al 2021. L’area del lago di Garda rimane saldamente la zona dove si registrano le quotazioni medie più alte dell’intero nostro territorio provinciale con 2.559 €/mq, valore in crescita rispetto al 2021 del +3,8%. Le altre macro aree non hanno subito variazioni nella quotazione degne di nota, eccezion fatta per la Lessinia Orientale con un -6,5% rispetto all’anno precedente.
Come già evidenziato nei miei precedenti ed analoghi report riferiti agli anni 2021, 2020 e 2019, analizzando i dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate, si conferma la tendenza nella quale il maggior numero di operazioni di compravendita si concentra nelle zone con le minori quotazioni in €/mq degli immobili, indice che si tratta di compravendite di modesto valore economico complessivo, effettuate da una fascia di popolazione che dispone di limitate possibilità economiche e molto spesso finanziata quasi interamente da un mutuo ipotecario. Tale tendenza non è destinata a proseguire a causa del robusto incremento del costo del denaro applicato dalla Banca Centrale Europea (BCE), che ha portato il costo del denaro, o tasso d’interesse dallo 0% di un anno fa al 3,75% di oggi, con l’intento dichiarato di arrivare tra il 5%-6%, per combattere l’alto tasso d’inflazione dei prezzi al consumo. Questo fenomeno purtroppo si ripercuoterà sul tassi di mutuo che applicheranno le banche alla clientela, imponendo degli interessi in vigore 25/30 anni fa. Secondo voi questo farà bene al mercato immobiliare? L’autorevole istituto Nomisma ha già pubblicato una previsione relativa all’andamento del mercato immobiliare residenziale 2023 dove prevede un calo del -14,7% di transazioni rispetto al 2022.
Alla luce di queste previsioni speriamo che vengano presi provvedimenti da parte del governo volti al alleggerire tali pressioni sulla casa!
Michele Ferroni – Immobiliare Ferroni
Copyright immagine Verona: Immobiliare Ferroni